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Centomila posti persi a dicembre nel 98% dei casi si tratta di donne

Centomila posti persi a dicembre nel 98% dei casi si tratta di donne

Un notevole successo per la Filcams!

Il 2 giugno 2018 a Bari, un lavoratore aveva aderito alla manifestazione per rivendicare il diritto di non lavorare nei giorni festivi. Oggi, il tribunale di Bari, ha ribadito che scioperare è un diritto. 

Ikea in quel frangente ritenne che Pierpaolo, un Rsa che assieme ad altre lavoratrici e lavoratori aveva incorciato le braccia quel giorno, lo accusò di essere “assente ingiustificato” e per questo motivo lo multò, sottraendogli 4 ore di retribuzione.
Il ricorso presentato da Pierpaolo, assieme all’avvocata Ivana Carso è stato vinto, con la seguente motivazione da parte del giudice: “Il lavoratore non può essere obbligato alla prestazione di lavoro festivo e non può esser sanzionato disciplinarmente per l’assenza”.
Un traguardo importantissimo nella nostra battaglia contro le aperture del settore commercio nei giorni festivi. 

 

Il 2020 è stato davvero l’annus orribilis per l’occupazione. In particolare per chi nel mercato del lavoro ha sempre fatto parte della fascia debole: le donne, sia dipendenti che lavoratrici autonome. 

A dicembre sono stati 101.000 i posti di lavoro persi rispetto al mese precedente di cui quasi 99 mila, pari al 98%, sono donne. Sono invece 444.000 i posti persi se il raffronto si fa con dicembre 2019 quando il Covid era un perfetto sconosciuto. In un anno l’occupazione femminile è calata di ben 312.000 unità (-3,2%) contro i 132.00 posti persi dagli occupati maschi (-1%). Sia nell’uno che nell’altro caso siamo comunque di fronte a dati tragici, «allarmanti» come li definisce il presidente del Cnel Tiziano Treu, a maggior ragione se si pensa che a partire dal primo lockdown il governo ha esteso la possibilità di ricorrere agli ammortizzatori sociali anche a tutte le aziende di ogni settore e di ogni dimensione, e ha messo in campo il blocco dei licenziamenti ancora in vigore.

Ma sia il blocco dei licenziamenti che gli ammortizzatori sociali, per loro natura, prima o poi si esauriranno. E se nel frattempo il mercato del lavoro non si sarà ripreso saranno dolori lancinanti. I dati – già drammatici potrebbero peggiorare drasticamente fino al rischio “bomba sociale” come più volte, e ancora ieri, hanno fatto presente i sindacati.

Nel complesso il tasso di occupazione a dicembre è sceso al 58,0% (-0,2 punti percentuali), siamo sotto di 0,9 punti rispetto all’ultimo mese pre-Covid, ovvero febbraio 2020. A fronte di una torta degli occupati più piccola, ci ritroviamo una torta dei disoccupati più grande (cosa che potrebbe anche non accadere, quando ad esempio le uscite dal mercato dal lavoro sono volontarie o dovute a pensionamenti).

L’ufficio studi di Confcommercio evidenzia che siamo di fronte al «valore assoluto della riduzione (101 mila unità) più grave da gennaio 2013» e sottolinea il dato sulla «fuga verso l’inattività (+539 mila persone tra i 15 edi 64 anni), determinata per quasi il 76% da persone tra i 15 edi 49 anni». Per la Cgil occorre «riformare subito il sistema di protezioni sociali. Dobbiamo rilanciare il contratto di solidarietà difensiva e creare un sistema universale di sostegno al reddito, a partire dai lavoratori con contratti precarie discontinui». Il blocco dei licenziamenti deve essere prorogato «e non in modo selettivo, come invece vorrebbe Confindustria. Dobbiamo pensarea rilanciare il Paeseea creare le condizioni per dare più tranquillità ai lavoratori evitando il rischio di conflitti sociali» dice Anna Maria Furlan, leader Cisl. Per la Uil «non c’è tempo da perdere. L’effetto pandemia si sta abbattendo con maggior virulenza su giovani e donne, quelli su cui gravano maggiormente contratti instabili. Occorre recuperare il tempo perso, affrontando il tema del lavoro a partire dalla “falla” prodotta dagli scarsi investimenti nel sistema delle politiche attive». © RIPRODUZIONE RISERVATA

SU BASE ANNUA IL CONTO FINALE DEGLI OCCUPATI CHIUDE A -444.000 UNITÀ NONOSTANTE IL BLOCCO DEI LICENZIAMENTI

MOLTO PENALIZZATI ANCHE I GIOVANI: LA DISOCCUPAZIONE DEGLI UNDER 25 SALE AL 29,7% DOPO MESI IN RECUPERO

Le altre news

Una crisi senza precedenti. L’allarme viene da Bergamo, dal settore del commercio e del terziario. A lanciarlo è Mario Colleoni, segretario generale della Filcams Cgil provinciale. Sono i numeri a disegnare i contorni di un quadro che non potrebbe essere più nero.

 

Con l’Italia quasi tutta in zona gialla eccola riapertura di circa 290 mila tra bar, ristoranti, pub e pizzerie che tornano ad offrire il servizio al bancone e al tavolo.

 

1.300 miliardi I mancati introiti, in dollari, per l’industria del turismo globale: una cifra che vale “più di undici volte la perdita registrata durante la crisi economica del 2009”.

 

Sostegno fondamentale, ma servono misure strutturali L’opinione del nuovo presidente di Unica Stefano Diquattro, eletto a metà gennaio.

 

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